di Antonella Perrotta
Sono sementa fra pugni di terra e rivoli d’acqua.
Sono pietra e sono argilla.
Sono nube e sono cielo.
Sono carne lacerata e sono cura.
Sono voce e sono orecchio.
Sono urlo e sono sussurro.
Sono riso e sono pianto.
Sono figlia e sono madre.
Sono cuore e corpo, anima e sensi, sogno e desiderio.
Sono amata e sono tradita, sono sposa e sono amante, sono zucchero e sono sale, sono ingenua e sono inganno, sono fata e sono strega, benedetta in cielo e maledetta su un rogo, frusta e piaga, vittima e assassina, eroina e comparsa, regina e suddita.
Sono nelle pagine scritte e in quelle che si scriveranno, sono in poemi, palcoscenici, letti, cucine, strade.
Sono donna fra le donne, una delle mille traiettorie che s’intersecano nelle vite di qualcun altro, rimangono, vanno via o vengono abbandonate, ricordate o dimenticate. Rimango sempre io nel punto di fuga.
Lì, mi riconosco.