Come nasce Sine Pagina

Sine Pagina nasce dall’amore per la scrittura che, a sua volta, è figlio di quello per la lettura. Non credo che i libri salveranno il mondo, non l’hanno fatto sinora, ma certamente possono salvare noi stessi che del mondo siamo parte. Credo che piantino un seme di consapevolezza e, sebbene le opinioni non costituiscano verità oggettive, ammesso esistano verità oggettive, spero ancora che da quel seme possano germogliare pensieri-altri, liberi anche di sperimentare e di sbagliare, in grado di de-costruire l’ordine accettato o tollerato, probabilmente anche voluto, da una società anestetizzata. Perciò, penso che i libri debbano arrivare a tutti e con ogni mezzo, affinché la lettura non rappresenti un mero diletto dei pochi che già vi sono avvezzi o un privilegio per i componenti di polverose bolle. Anche per questo sono performer dei miei testi e, in reading music, teatralizzo la parola in una sinergia di gestualità vocale e musica che è personale espressione comunicativa.

Sine Pagina perché la scrittura è un processo creativo che inizia ben prima di travasarsi su una pagina. È un pensiero, un’idea, un’immagine, un guizzo, un presentimento. Poi, diventa parola con le sue molteplici sfumature. Poi, diventa pagina, sempre che lo diventi ché poliedriche sono le modalità espressive.

Sine Pagina vuole essere uno spazio flessibile che disconosce adattamenti, censure, limiti, in cui libertà di concepire, dire, contraddire, provocare, sovvertire, ignorare o violare qualsiasi margine è la parola d’ordine. Spesso ci si dimentica di vivere in un mondo contaminato e in continua trasformazione (che bella la contaminazione!), tendenzialmente inadatto a qualsiasi tipo di catalogazione. E, invece, la catalogazione ancora si ricerca, s’impone. Ridicolo cercare la fissità laddove nulla è permanenza. Forse, l’ordine fa meno paura del caos, così come la massificazione e il non-pensiero fanno meno paura dell’individualità. Diffusa è l’esigenza di riconoscersi in qualcuno o in qualcosa, di vedersi simili agli altri, di mettere a tacere il dubbio, di elaborare categorie in cui inquadrarsi per non perdere il senso e l’identità. Ma l’identità non richiede argini ed etichette, non è omologazione.
La contaminazione disorienta. Il dubbio spaventa. L’ordine rassicura.

Sine Pagina è, invece, un contenitore aperto a pensieri e parole in armonioso disordine.

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