SCIARA di Marina Mongiovì: storie che sanno di scirocco

Sine Pagina - SCIARA di Marina Mongiovì storie che sanno di scirocco.

Recensione di Antonella Perrotta

Sciara è quella scia solidificata di colata lavica, quella su cui soffia lo scirocco infuocato, la stessa su cui Verga nei Malavoglia fa incontrare i contrabbandieri e dove Maruzza la Longa attende il marito Bastianazzu che sta per mare a bordo della sua Provvidenza.

La sciara la calpestiamo e percorriamo seguendo la penna di Marina Mongiovì che firma questa raccolta di racconti, editi da Kalòs Edizioni. Leggendo le sue pagine siamo travolti dallo stesso fuoco dell’Etna che domina e incombe, siamo investiti dall’asprezza dei fichidindia, dall’agrodolce dei limoni e degli aranci di Sicilia, dai colori e dai profumi delle ginestre, seguiamo un percorso che va dal vecchio al nuovo, dalle tradizioni al progresso, dai vicoli – che i bombardamenti alleati hanno dilaniato senza pietà e senza resurrezione – agli anonimi palazzi residenziali che hanno occupato il posto degli ulivi e della sciara, incontriamo personaggi antichi eppure moderni, condividiamo le loro storie vecchie di decenni ma sopravvissute nel chiacchiericcio quotidiano, i loro riti, le loro tradizioni, le loro preghiere, le loro speranze, parliamo la loro lingua che è quella degli avi e ci esprimiamo per proverbi proprio come Padron ‘Ntoni.

Attraverso i sogni di Teresa, conosciamo sua nonna con le mani diventate radici di magnolia; Angelina la babba; Anna la zitella e, in rappresentanza del profano e del sacro profanato, Giorgio Privitera, il mago del paese che si è arricchito grazie alla palumma, il dono della preveggenza ereditato dal padre, e padre Carmelo dalle grandi mani sante e pelose che si posano ovunque. E poi, Assunta la Marchisa; Orazio, il pescatore e sua moglie Nina che lo aspetta arrivare da quell’enorme sciara buia che è il mare; Fofò, che sarebbe dovuto partire e, invece, si è fermato ad aspettare la vita al binario sei della stazione; sua zia Rosina la Terremota; Saro u sciancatu dal piede torto; Michele che per tutti è jarruso, frocio e finocchio, e altri personaggi ancora che si muovono sulla stessa terra dominata dal vulcano, parlano la stessa lingua e condividono i riti del malocchio, della tavola cunzata e della cunzata del letto matrimoniale, del piombo fuso nella notte magica di san Giovanni, delle conserve di pomodoro, dei giorni d’estate al mare.

È vita reale fra queste pagine dalla risonanza verghiana. Sono storie di cui assaporiamo il gusto, oserei dire riscopriamo ché il gusto delle storie sembra essersi perso anche in letteratura. Eppure, non c’è bisogno di molti artifizi narrativi per scriverle, delle belle storie, non ce ne sarebbe bisogno almeno, a volerlo. Marina Mongiovì ci riesce di getto con una semplicità e linearità che è, nello stesso tempo, profondità, accuratezza, passione. Segue il filo di un narrare senza soluzione di continuità che riesce a irretirti, fa uso di una lingua contaminata da dialettismi che non sporcano, ma contestualizzano, non disturbano, ma conferiscono veridicità a una narrazione che, pur prendendo le mosse dall’amata Sicilia, diventa universale e che, del vero, fa magia.

“Un’isola senza mare è una farsa, una bizzaria, un’illusione. Ma qui il mare, tra la montagna e la pianura, lo puoi solo immaginare; verso levante, oltre un aspro e nero confine di sciara …”

Sciara, Marina Mongiovì, Kalòs Edizioni, 2023, pagg.166

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Chi sono

Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.
Se ti va, puoi seguirmi sui miei profili social.

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Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.

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