RETURN TO OZ. Fascino dark a marchio Disney

Sine Pagina - Return of Oz. Fascino dark a marchio Disney
La chiave di OZ, Foto di Marco Iaccino ©Tutti i diritti riservati.
Recensione di Marco Iaccino

Nel fantastico mondo di OZ, Return to OZ, è una favola dai toni oscuri.

Ciò che colpisce di questa pellicola è, innanzitutto, la sua natura fortemente dark. A rendere il film memorabile sono le scelte visive, in piena estetica anni ’80. Probabilmente, ci troviamo dinanzi al miglior adattamento cinematografico di un libro, poiché atmosfera, tensione, caratterizzazione di ambienti e personaggi e ogni altro elemento sono amplificati a tal modo da rendere lo spettatore tanto affascinato quanto conquistato da tale grandezza.

Un must del genere fantasy, che il tempo non è riuscito a scalfire.

Il film abbraccia gli aspetti più sinistri e inquietanti di quel mondo fantastico speculare al nostro, azzardando tra le righe una riflessione sul trattamento agghiacciante che veniva riservato alle persone affette da disturbi mentali. L’elettroshock è il mezzo con cui il mondo adulto vuole definitivamente estirpare la fantasia, e quando Dorothy finisce in una OZ desolata e semi-irriconoscibile non è un caso: è suggestione, è l’ostilità degli adulti che grava sulla sua immaginazione.

In questo film c’è tutto ciò che un adolescente può desiderare. L’avventura, il gioco, la creatività, la lealtà dei propri amici e la vittoria. Vi è ovviamente Davide contro Golia, e sì, c’è anche l’emozione pura del brivido lungo la schiena quando un ruotante sbuca fuori dal nulla o quando Dorothy viene inseguita dalla principessa Mombi senza testa.

Il film ha ricevuto la Nomination all’Oscar 1986 per i migliori effetti speciali, molti dei quali realizzati in stop-motion.

Trama

Dorothy trova la Città di Smeraldo grigia e in rovina e i suoi  vecchi amici tramutati in pietra. Per salvarli, dovrà affrontare la perfida principessa Mombi e il malvagio re degli gnomi.

Marco Iaccino è laureato al DAMS e si occupa di cinematografia, cortometraggi e fotografia.

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Chi sono

Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.
Se ti va, puoi seguirmi sui miei profili social.

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Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.

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