Recensione di Marco Iaccino
Il giorno della civetta, film tratto dal romanzo omonimo di Leonardo Sciascia, è un film noir che, nonostante abbia già compiuto 55 anni, resta attualissimo nel narrare una storia sull’Italia, sulla mafia e sull’antimafia, in cui giustizia, criminalità e politica sono tristemente legate l’una all’altra.
Il racconto, ben noto nella sua trama e nelle sue dinamiche, rivela un profilo meschino, ignobile della nostra società reale ed è un manifesto sociale e antropologico che si concentra sulla difficoltà di portare avanti delle indagini tra continui depistaggi e omertà.
Il regista Damiano Damiani è profondo conoscitore del mezzo cinematografico e affronta il film col piglio del racconto intimista, trasmettendo bene, anche con l’aiuto di una fotografia calda e satura, la bellezza violata di una Sicilia in perenne lotta con il cancro che ne divora le libertà.
Il giorno della civetta è un film che trova la sua forza nei dialoghi, anche in quelli non pronunciati ad alta voce. Le parole sono il sale di una pellicola che resta convincente e scorrevole fino alla fine, che si conclude in modo coerente e secco, un film memorabile il cui vigore visivo e simbolico resta inviolato ancora oggi.
- Titolo: Il giorno della civetta
- Regista: Damiano Damiani
- Fotografia: Tonino Delli Colli
- Genere: Noir
- Anno: 1968
- Paese: Italia, Francia
- Durata: 107 min
- Produzione: Ermanno Donati e Luigi Carpentieri per Panda Cin.ca (Roma). Les Films Corona (Paris)
- Premi: David di Donatello 1968, Miglior Regia - Damiano Damiani, Migliore attrice protagonista: Claudia Cardinale, Migliore attore protagonista: Franco Nero, Migliore Produttore: Ermanno Donati e Luigi Carpentieri
Marco Iaccino è laureato al DAMS e si occupa di cinematografia, cortometraggi e fotografia.