COME IN UNO SPECCHIO:I 400 COLPI di FRANÇOIS TRUFFAUT

Sine Pagina - COME IN UNO SPECCHIO I 400 COLPI DI FRANÇOIS TRUFFAUT
Opera di Mario Perrotta, per gentile concessione dell’artista.©Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata

Recensione di Marco Iaccino

Il mondo Truffaut e la sua giovanile inquietudine sono parte insostituibile di quelle riflessioni e di quel racconto che traducono la tensione di Antoine, il quale non viene lasciato neppure un minuto da solo nella febbrile attenzione che gli dedica la macchina da presa sempre vigile, sensibile a cogliere ogni gesto, ogni diaframma che apre la storia del giovane alla vita.

È un brivido accostarsi all’opera più famosa di François Truffaut e (probabilmente) più pienamente ispirata, dotata di una verità profonda e di una schiettezza che difficilmente trova eguali.

Ritroviamo i percorsi di ciascuno di noi, una voglia di libertà che sembra perduta, il dolore della perdita, l’innocente sfrontatezza, tutto dentro un disordine adolescenziale, nella magica essenza di una malinconia in bianco e nero,  struggente,  che rimanda a una città nella quale non ci riconosciamo più, a un futuro che sembra sfuggire.

Truffaut fa parte dei nostri sogni ad occhi aperti ed è come ci legasse una vecchia amicizia che ci ha accompagnato per anni, interpretando le mutevoli fasi della vita: la gioia di vivere e il gusto di una inattesa libertà. Un lungo, faticoso, pericoloso percorso verso la libertà il cui simbolo resta l’inquadratura finale, lo stop-frame che ne segna il raggiungimento o, comunque, la breve ed effimera conquista di quanto sembrava inafferrabile.

Truffaut, Doinel, I 400 colpi si fanno interpreti di questo sottile e silenzioso dolore, di un’ansia verso qualcosa che va scrutato, una linea d’ombra sconosciuta che sembra essere segnata dai passi sulla sabbia nel liberatorio finale. Siamo tutti dentro quel fotogramma finale de I 400 colpi, fratelli, amici, compagni … Per sempre!

Trama

Antoine Doinel è un vivace quattordicenne che vive con i genitori in un piccolo appartamento di Parigi. Incompreso dalla famiglia e dagli insegnanti, incapaci di interpretare i bisogni affettivi e le inquietudini tipiche dell’adolescenza, il ragazzo si fa notare per la sua irrequietezza, lo scarso profitto e per gli scherzi che combina. Una serie di episodi e di incomprensioni portano Antoine al riformatorio. Abbandonato a se stesso, il giovane manifesta una continua malinconia che gli farà decidere per una fuga rocambolesca verso il mare.

Marco Iaccino è laureato al DAMS e si occupa di cinematografia, cortometraggi e fotografia.

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Chi sono

Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.
Se ti va, puoi seguirmi sui miei profili social.

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Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.

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