Mi piace una donna dal seno grande, morbido e largo, materno nell’accogliere la mia testa stanca, nello sfamare la mia bocca avida.
Mi piace una donna dai fianchi tondi, morbidi e torniti, la curva delle anche senza spigoli e asperità, che scende dalla vita, come la curva di una accogliente antica anfora.
Mi piace una donna la cui pelle abbia pieghe, curve che si creano quando si muove, pliche nascoste in cui le dita possano entrare, in carezze che toccano ogni volta intimità diverse e nuove.
Mi piace una donna dalla bocca grande, accogliente, una bocca che conosce i baci e sa restituirne, donarne, una bocca vissuta, anche segnata, sul cui contorno scorrere le dita in una leggera carezza che possa distendere le rughe leggere ai lati delle labbra.
Mi piace una donna dagli occhi limpidi, sereni, grandi ed aperti sul mondo, occhi che continuano a riflettere le mille e mille imagini e colori che la donna ha già visto e vissuto, occhi che ridano, accompagnando il sorriso delle labbra.
Mi piace una donna che sia una donna, che non menta a se stessa, che sia capace di raccontare bugie, anche a me, senza mai raccontarne a se stessa, una donna con cui scambiarmi malizia e complicità, segreti confidati, verità rivelate, sguardi di intesa.
Mi piace una donna che abbia la sua vita, faccia le sue scelte, combatta le sue battaglie, una donna che non cerchi alibi nelle mie decisioni, non cerchi giustificazione ai suoi errori nei miei errori, non cerchi pretesti e colpevoli per le sue colpe.
Mi piace la donna che sento muoversi dentro di me quando faccio all’amore con una donna, la donna che mi dice quando devo muovermi e come, cosa devo fare, la donna che moltiplica il mio piacere, che mi fa provare piacere mentre dono piacere della donna che è con me. Allora il mio piacere non serve più, perchè io il mio piacere l’ho già avuto, riflesso negli occhi rovesciati, nella bocca semiaperta, nel mormorio appagato della donna.
Mi piace una donna che mi fa capire e provare la paura delle donne, la rabbia delle donne, la frustrazione muta e velenosa di chi deve sopportare la stupidità arrogante di chi si sente superiore, ma superiore non è.
A volte, di fronte ad uno specchio, mi sorrido, e mi domando se quella donna non ci sia già nella mia vita. Se non sia sempre dentro di me, non sia io quella donna che mi viene a trovare la notte nei sogni, la donna con cui parlo nelle mie solitudini, a cui confido i miei dubbi, mentre Lei mi sorride.
La donna nata con me, che invecchia con me, che scrive con me queste righe.
Il mio saper essere donna.