L’urlo delle streghe

Sine Pagina - L'urlo delle streghe
Opera di Mario Perrotta, per gentile concessione dell’artista. ©Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata

Racconto di Antonella Perrotta

È un oblò sul cielo, stanotte, la luna. Non penso a fate e a desideri. A magàre, invece, che la invocano con voce graffiante, come fosse Madre di carne e di sangue, e vi si protendono, volti e mani al cielo, sguardi assetati di giustizia ché ognuno cerca la propria, sappia di vendetta o di amore che si vuole indietro.

Sento voci e canti di ugole arse che chiedono nettare con cui dissetarsi, mentre soltanto aceto, disprezzo e condanna ricevono da bere. Il mondo le rifiuta ma il cielo forse le saprà accogliere, anime dannate di magàre e streghe.

Benvenuta, Madre.
Proteggici, Madre.

Ascoltaci, saggia Madre della notte che illumini il cielo con la luce della sapienza, che governi le acque e le maree, gli umori dei corpi e i flussi delle menti.

Tu che sai quando cedere il passo al giorno, quando apparire e non apparire senza rimanere indietro, ascolta la voce di noi streghe dalla lingua avvelenata di verità, donne col petto ferito e le carni lacerate, scomode e invadenti presenze in un mondo che pretende docilità di bestia addomesticata e ci vorrebbe l’una uguale all’altra, sì da prenderne una e, poi, un’altra, ché è facile l’amore quando puzza di convenienza.

Urlano le streghe, urlano le creature incomprese, urlano quelle violate, quelle fottute, quelle ingannate. Urlano e battono i piedi fra i suoni dei tamburi, lupe armate di coraggio e di resistenza, nutrici con le mammelle gonfie di latte e di rabbia ché anche la rabbia le sostiene, anche quella serve, è desiderio di vita nuova.

Qualcuno le cerca nella notte per soffocarne i suoni, ridurle alla catena, stuprarne il corpo, dominarne il pensiero. Qualcuno le vuole nel letto per succhiarne l’anima prima di girarsi dall’altra parte a fumare beato nelle ore della menzogna e della falsità.

La luna splende, vede, ascolta, amoreggia con le acque, ammicca ad Arturo, Vega, Antares, sospese nella calura estiva come pulviscolo iridescente. La luna promette giustizia e una prossima notte di luce nuova.

Già pubblicato su BorderLiber, 1 agosto 2022

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Chi sono

Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.
Se ti va, puoi seguirmi sui miei profili social.

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Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.

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