Inediti poetici di Francesco Giua
I
Lasciami l’arancione
sul filo del tramonto,
quell’aria sottile che passa
scavalcando le antenne sulle montagne.
Lasciami qua
a peregrinare con le farfalle
sui dizionari e le rocce sommerse
agli albori di una nuova nottata.
Ogni tanto passa qualche aereo,
o le balumine muovono a est,
son solo determinate battigie
che godono delle lucerne.
II
Verranno giorni
negli spacchi delle tele
dove l’infinito passerà
senza più esitare.
E le firme
e le nevicate
assumeranno il volto
della gentilezza stupefatta.
Saranno giorni
in preda al debito
di delicate attenzioni,
in cui riconoscersi senza finzioni.
II
L’anima attaccata ad un paracadute
che s’apre percorre un tratto
come un carro senza briglie
all’incontro fortuito.
Arma letale
dagli esiti imprevedibili
arriva inaffidabile sulle punte,
penetra, smuove, sfregia.
Francesco Giua nasce a Cagliari nel 1997. Appassionato di poesia, letteratura, storia e fotografia. Suoi versi sono stati pubblicati in diverse pagine di poesia come Poesia del Nostro Tempo e la newsletter del Corriere della Sera “Ufficio Poesie Smarrite”. Brevi Frammenti (Ivvi Ed.) è la sua prima opera poetica.