Un sogno notturno

Sine Pagina - Un sogno notturno
Opera di Mario Perrotta, per gentile concessione dell’artista.©Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata

Racconto di Antonella Perrotta

Lei se ne va così.

Mi dice: “Baciami come se fosse l’ultima volta che lo fai.”
Io la bacio, cazzo vuol dire l’ultima volta che lo fai?, la bacio e basta.
Lei mi fa l’occhiolino, mi sorride e mi dice: “In bocca al lupo per la riunione di lavoro di domani.”
Scende dalla mia auto e s’allontana avvolta nel cappotto color panna di cachemire, con la sciarpa al collo, i mocassini bordeaux, i capelli castani che le arrivano alle spalle, l’aria chic français. Io riparto, m’immergo nel traffico, sorrido da solo come un ebete, ma soltanto per un istante, arrivo sotto casa, parcheggio. E la dimentico.

Mi viene in mente il giorno dopo, all’alba, appena aperti gli occhi. Accendo il cellulare, le auguro il buongiorno, mi alzo, preparo un caffè, rimango a fissare la moka sul fuoco finché non la sento borbottare, tiro su col naso l’aroma che si diffonde in cucina, riempio la tazzina e sorseggio. Cinque, dieci minuti ancora per risvegliare il cervello. Doccia, barba, mi vesto, chiudo la porta di casa, scendo le scale, salgo in auto, do uno sguardo al cellulare. Lei mi ha risposto. Sorrido di nuovo come un ebete, ma soltanto per un istante, giro la chiave nel cruscotto, ingrano la prima, m’immergo nel traffico. E la dimentico di nuovo.

La dimentico fino a sera quando mi accorgo di non averla più sentita.
Non l’ho sentita più. Lei, con la sua aria chic français, i capelli morbidi fino alle spalle, il suo sguardo un po’ strafottente – sì, a pensarci, era strafottente con quella strizzatina d’occhio – se ne è andata per sempre così.
Le dicevo di amarla. “Ti amo” le dicevo. “Ti amo anch’io” mi rispondeva.
Ma lei è scomparsa e io non l’ho cercata.
L’ho dimenticata in fretta. Il tempo di una notte, del trillo irritante della sveglia, del risveglio confuso nella stanza buia, del click dell’abat jour, di una pisciata e un tiro di sciacquone, di uno spruzzo d’acqua in faccia, di un caffè.

Lei è stata un sogno notturno che ho dimenticato al sole.

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Chi sono

Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.
Se ti va, puoi seguirmi sui miei profili social.

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Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.

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