Racconto in versi di Cristina Simoncini
L’incidente alla curva del Carresi
lo tenevi nell’album dei ricordi,
in uno dei ritagli di giornale
si vede da lontano l’Opel Kadett
celestina, a lato il groviglio
della Cinquecento, l’uomo piombato
con la disattenzione, gli intrecci della luce
del mattino, uno scarto di secondi
ti aveva restituito al destino
– lo diceva il giornale nell’articolo –
l’essere giovani era una reazione,
saper scansare lo sconforto, i vetri
rotti, il rombo improvviso che avvicina,
il contrarsi di tutte le domande,
il sole liquefatto nello sguardo.
Dietro il portabagagli semiaperto
e sparse nell’asfalto le speranze,
il senso rarefatto dal dolore
e lo stupore di essere lì, ancora.
Era il liquidatore
della tua compagnia assicurativa,
l’occhio impietoso che fotografava
gli incidenti, cercava l’innocenza
dare una spiegazione degli eventi
stare dall’altra parte
dal lato di chi ha l’Opel celestina.
Com’è vitale allora
dal male, dall’impatto della colpa.
Nata a San Giovanni Valdarno (Arezzo), Cristina Simoncini è rimasta a lungo solo lettrice prima di cominciare a scrivere. Ha pubblicato poesie su riviste cartacee (Il Foglio Clandestino, Aperiodico Ad Apparizione Aleatoria, Nova Rivista d’arte e di scienza) e su molti spazi virtuali, blog e riviste (fra i quali Avamposto, Limina Mundi, La rosa in più, Circolare poesia e altri).