Mancanze

Sine Pagina - Mancanze
Immagine di Tamara Velazquez da Capturenow (download gratuito da Canva App)

di Antonella Perrotta

Mi manca quel tuo modo stupito di guardare il mare ché è troppo bello per non stupire sempre, mentre ridi e dici che chi non è nato a mare non lo capisce, il mare, chi non lo vive di notte non sa cosa ti confida, chi non ne sfida le onde non sa confrontarsi con lui. Bisogna essere marinai, non turisti, nella vita.

Mi manca quando guardi compiaciuto gli olivi e ti tocchi la schiena che ti fa male. Li hai potati da solo. Quest’anno faranno tante olive. E li accarezzi con gli occhi e le olive già le vedi, lì sui rami, pronte per essere colte.

Mi manca quando la sera guardi le lucciole che invadono i campi. Ce ne stanno sempre meno di lucciole. Da piccolo ne infilavi una sotto a un bicchiere per capire come s’accendesse. Poi la lasciavi andare a illuminare la notte.

Mi manca quando guidi nervosamente prendendotela con la macchina davanti, con quella di dietro, con quella della corsia opposta, con i tutor, gli autovelox, le buche, il vento, la grandine sulla strada e ti ostini a tener spento il navigatore, quasi fosse una sfida tra la strada e te ché, la strada, la devi trovare da solo. Bisogna sempre trovare la strada per non perdersi.

Mi manca quando prendi in giro gli uomini ingessati in giacca e cravatta, le donne che vogliono attirare sguardi maliziosi, e commenti dicendo che chi vuole apparire è solo poco o anche niente. Niente amore se troppo amore si manifesta ché l’amore è una faccenda dell’animo, intima e personale e non di strada, di piazza, di megafono. Nessuna capacità reale dietro troppe parole sparse a casaccio ché il saper fare sta nel fare, non nello sproloquiare. È fumo negli occhi, quello.

Mi manca quando giochi a carte con tua madre – così si distrae, dici – quando cucini sporcando ovunque, quando saltelli da un discorso all’altro, da un pensiero all’altro e, a volte, finisci col ridere, altre col rabbuiarti, altre con l’innervosirti fino a chiuderti nel silenzio.

Mi manca l’abbraccio improvviso, inaspettato, il dono di un fiore colto apposta per me. Mi manca quando non dici “ci sono”, anzi lasci pensare che tu non ci sia e, poi, compari all’improvviso, lo sguardo indifferente, nessuna parola, solo l’azione, l’esserci, ché le azioni contano nella vita.

Mi manca anche il “poi ne parliamo” per non volerne parlarne mai, il “sei sempre la stessa“, ma è per questo che non mi hai lasciato andare, il “ti preoccupi troppo per niente, ti fai i film“, ma io li guardo con te.

Mi manca quel tuo modo di agitare le mani, di rullare la sigaretta, di aspirarla con calma, rilassatezza. Gli occhi azzurri velati da venature sottili, la pelle sempre abbronzata, le mani sempre scorticate, le camicie sotto ai pullover, le magliette estive da marinaio, il sorriso sornione.

Mi manca il tempo.
Ogni tempo in cui ci sei stato.

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Chi sono

Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.
Se ti va, puoi seguirmi sui miei profili social.

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Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.

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