Uno più uno

Sine Pagina - Uno più uno
Immagine di Vlad Chetan da Pexels (download gratuito Canva App)

di Antonella Perrotta

Un passo dietro l’altro.
Uno più uno.
Ogni giorno più lento.
Ogni giorno più dolorante.
L’andatura traballante, in cerca di un equilibrio perduto.
Lo sguardo lucido rivolto al passato, lo sguardo offuscato verso il presente.
Un segno, ogni giorno uno di più, sulle mani, sul viso, sul collo.
Uno più uno.

“Ce la faccio da solo”, perché mai vuole credere che non ce la fa più. Ma poi, un inciampo, un dolore che lo blocca, come uno sfregio, un’umiliazione che mai  avrebbe immaginato così dolorosa. È colpa del cuore, tutta sua la colpa, che resta uguale, sempre, in questo viaggio e porta con sé l’illusione che nulla è cambiato.

Ma l’uomo invecchia, e lo vedi invecchiare, e non hai armi fra le tue dita, non hai parole sulle tue labbra, non hai niente. Lo vedi, lo osservi ogni giorno che passa, uno più uno, fai finta di nulla, ma vorresti piangere ché quella umiliazione è un po’ anche la tua, di te che vedi l’uomo invecchiare. E vorresti non vedere, ma resti là, offri il braccio, offri la mano, vorresti farti gamba, cervello, muscolo, ossa nuove di zecca, da poterli prestare. “Prendili, usali tu, ché ne hai bisogno …”

Resti là e ti fai carezza, parola gentile ma non troppo, ché anche la troppa gentilezza può umiliare, può avere il sapore della pietà e non è la pietà che stai ad offrire. Vorrebbe essere compassione, ma come si fa a capire, a compenetrarsi in un corpo, in una mente che invecchia quando non è il tuo corpo, non é tua la mente?

Uno più uno.
Passano i giorni, li lasci passare, a volte non ci pensi neanche perché fa troppo male, perché lo sai che prima o poi lo perderai, quell’uomo che invecchia.

Uno più uno.
Un passo dietro l’altro.
Ogni giorno più lento.
Ogni giorno più dolorante.
L’uomo invecchia, lo vedi invecchiare, nemmeno pensi che succederà anche a te. È colpa del cuore, tutta sua la colpa, che resta uguale, sempre, in questo viaggio.

Uno più uno.
Finché sarà solo ricordo.
E non hai armi nelle tue mani.
Offri solo un sorriso, solo una carezza.
Li rubi al tempo.

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Chi sono

Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.
Se ti va, puoi seguirmi sui miei profili social.

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Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.

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