di Emilio Nigro
A Zacinto i campi di grano
facevano pane acerbo.
I marinai insonnoliti slegavano il mare
e le dita di notte a sgranare rosari.
Sostenevo languori ingrumiti
contavo le vertebre della tua schiena
trattenevo l’onda
il rumore la strofa.
Già nuotavo oltre terra.
E tu, tu dovevi nascere sott’acqua.
Mi avresti tolto l’aria
la ragione
l’essere uomo.
Mi avresti tenuto
rovo di corallo
conchiglia.
Emilio Nigro, autore, giornalista, critico di teatro, poeta, docente di laboratorio di Critica teatrale e di Scrittura creativa e critica, ha pubblicato: Edipo in Fuga (Les Flaneurs, 2022); Spezza il pane (Eretica, 2019); Provincia Cronica (Cosenza, 2016); Da Questa Parte del Sud (Roma, 2013); Faceboom nell’antologia “Scritture contemporanee” (Guasco libri e cinema, 2012); Alterazioni di colore, (Coessenza, 2009); Un sorso ancora nel collettaneo “Seduti in quel caffe” (Palzari editore, 2009); Elisir di luna (Aletti, 2007); Incessanti maree silenziose (Cosenza, 2005).
Teatro, Spettacoli, Autore: Teatranti (2009) + Rifarmi – soluzioni al precariato (2012); Avemmaria (2015); Abbascio (2018); Interprete nello spettacolo Avemmaria- Dramaturg e Peer u’ stortu di Francesco Suriano. Attore in Corporale per la regia di Antonio Caposale. Drammaturgo della compagnia teatrale La Barraca (Cosenza, 2009- 2012). Ha frequentato il laboratorio di drammaturgia di Edoardo Erba (Primavera dei Teatri, 2011) e il laboratorio d’attore di Fortunato Cerlino (Università della Calabria, 2014).
Membro di giuria di numerosi premi culturali, scrive per riviste e quotidiani. Ha ricevuto premi e riconoscimenti per la sua opera