SALVATRICI DEL MONDO. Il saggio di Francesca Fiorentin e Paolo Lago

Sine Pagina - Salvatrici del mondo. Il saggio di Francesca Fiorentin e Paolo Lago

Recensione di Serena Penni

Salvatrici del mondo – Personaggi femminili nella fantascienza italiana contemporanea di Francesca Fiorentin e Paolo Lago, edito da Giorgio Pozzi Editore è un saggio che offre una panoramica dettagliata sulle figure femminili che popolano la letteratura e il cinema italiani contemporanei di ambito fantascientifico (molteplici sono gli studiosi citati, su cui spiccano i nomi di Rosi Braidotti e di Gilles Deleuze), facendo emergere temi riconducibili a problematiche reali e attuali: i cambiamenti climatici, le epidemie incontrollate, la questione dei migranti, la paura del diverso, le guerre totali, l’infertilità, seppure declinati nelle loro estreme conseguenze, come richiesto dal genere.

Gli autori hanno preso in esame molti romanzi e film, rintracciando abilmente dei fili conduttori che li legano e ne accomunano le protagoniste.

Un primo tema ricorrente, tristemente attuale, è quello del complesso rapporto tra l’essere umano e l’ambiente: vengono esaminate opere che descrivono vicende collocate in scenari distopici, troppo freddi o troppo caldi, brulli o dominati dal caos, ma in ogni caso inospitali se non ostili all’uomo. È l’uomo, del resto, il motore immobile che li ha causati, sfruttando la natura fino a determinarne la rivolta.

All’interno di queste opere, il compito di guidare il gruppo in una dimensione alternativa, più tollerabile, o di fornire un simbolo di salvezza, una via di fuga magari anche solo mentale, è affidato, non di rado, a figure femminili: due esempi emblematici sono Petronella, protagonista di Bambini bonsai di Paolo Zanotti, e Tess, personaggio che abita La disfatta dei sapiens di Sabina Guzzanti. Si tratta di creature “sognatrici e visionarie che, proprio in virtù delle loro capacità oniriche e chiaroveggenti, permettono la sopravvivenza della loro specie, altrimenti destinata, con ogni probabilità, all’auto-annullamento.

Pure la diversità rispetto al contesto di appartenenza è un tratto che caratterizza alcune figure di ragazze e donne investite di un ruolo salvifico. Tale tratto distintivo può essere rappresentato da una forma di diversità fisica ma anche mentale: si pensi all’Alessia del film Lo chiamavano Geeg Robot, affetta da una forma di malattia psichica e, forse proprio in virtù della sua follia, capace di leggere il mondo stravolto in cui vive e di dargli un senso.

Un altro aspetto preso in esame da Fiorentin e Lago, è il viaggio. Nel capitolo Migranti e immigrate, gli autori mostrano come il fatto di abbandonare il proprio paese d’origine, i propri cari, le proprie abitudini sia un altro degli elementi centrali nei testi di fantascienza italiani contemporanei.

Ciò non stupisce, trattandosi per lo più di narrazioni che illustrano mondi stravolti, trasformati, non più adatti ad accogliere la vita quale noi oggi la conosciamo. Quanto appare particolarmente degno di nota, invece, è il fatto che in molti casi sono le donne a dover portare il peso più grande che tale percorso comporta.
Emblematico il caso della protagonista di Miden, romanzo di Veronica Raimo, la quale segue il proprio compagno a Miden, luogo dai tratti metafisici e rarefatti, dominato dal controllo totalizzante da parte di coloro che detengono il potere. In questo caso, la donna si trova in una condizione di inferiorità sia rispetto al compagno che rispetto agli abitanti del luogo, in quanto non ha un lavoro specifico da svolgere ed è straniera.

La condizione di donna migrante si sovrappone talvolta a quella di donna madre e di donna capace di curare e assistere i malati. Ad esempio, a Mariama, protagonista de L’isola delle madri di Maria Rosa Cutrufelli, è affidato il ruolo di salvatrice di un mondo ormai afflitto dall’infertilità. A un’altra madre, Sarah, personaggio centrale del film Go Home di Luna Gualano, spetta invece il compito di aiutare le persone contagiate da un’epidemia zombie che dilaga in un centro per immigrati situato alla periferia di Roma.

Degna di nota, altresì, la distinzione che gli autori del saggio istituiscono tra le donne migranti o immigrate, e coloro che invece sono caratterizzate da una condizione di nomadismo e mostrano una forte propensione per il viaggio. Tra queste, spicca il personaggio di Anna, giovane ragazza che dà il titolo al romanzo di Niccolò Ammaniti e all’omonima serie televisiva tratta da quest’ultimo. In questo caso, ci troviamo in un mondo ormai andato in malora, popolato solo da bambini e adolescenti: un’epidemia chiamata “la rossa” uccide, infatti, qualsiasi essere che superi la pubertà. Anna, cui è stato chiesto di prendersi cura del fratellino Astor dalla madre morente, viaggia per cercare qualcuno o qualcosa che possa dare loro la salvezza, cullando l’intima speranza che da qualche parte esista una cura, un vaccino, qualcuno cui è stato concesso di diventare adulto.

All’interno di un simile panorama, l’analisi attenta di Fiorentin e Lago mette in luce un dato di assoluta rilevanza, ovvero, il ruolo di primo piano attribuito alla donna, cui spettano l’onore e l’onere di portare su di sé il carico maggiore di sofferenza, ma anche quello di curare malati, generare figli, veicolare sogni e speranze di popoli giunti ormai alla deriva. Viene da chiedersi se tale scelta, che accomuna scrittori e registi dissimili per stile, sesso, età anagrafica e formazione culturale, non sia il frutto di una sorta di inconscio collettivo che, all’interno dell’odierna società italiana, riconosce alla donna un ruolo di guida nel complesso momento storico che stiamo attraversando.

Il saggio é un punto di riferimento imprescindibile sia per chi si occupi di letteratura di fantascienza, sia per chi si interessi di questioni di genere, ma offre spunti di riflessione anche a coloro che, pur non essendo esperti dell’argomento, desiderino rendersi conto di quali siano le principali istanze alla base della letteratura e del cinema distopici italiani al giorno d’oggi.

Salvatrici del mondo –Personaggi femminili nella fantascienza italiana contemporanea di Francesca Fiorentin e Paolo Lago, Giorgio Pozzi Editore, 2024.

Serena Penni é laureata in Lettere e Filosofia con una tesi dedicata alla pièce Beatrice Cenci, di Alberto Moravia, insignita del premio Moravia e trasformata poi in una monografia dal titolo “Beatrice Cenci” di Alberto Moravia (2009).  Insegnante e autrice di: La stanza di ghiaccio (2008); Silenzio (2013); Il vuoto (2019); Sfida agli inganni (2022). Suoi racconti, testi teatrali e saggi di critica letteraria sono apparsi in antologie, blog e riviste. Nel 2015 ha discusso, presso l’università francese Sorbonne Nouvelle, una tesi di dottorato sull’opera di Goffredo Parise.

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Chi sono

Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.
Se ti va, puoi seguirmi sui miei profili social.

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Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.

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