I PROVINCIALI. DAVID MANZONI

Sine pagina - I provinciali. David Manzoni

Recensione di Antonella Perrotta

Metti insieme un anziano giardiniere tuttofare che conosce la vita meglio di chiunque altro e parla in rima (“Più larga è la bocca, più la favola è sciocca” è un assaggio del suo dire);
un ragazzo che lavora in biblioteca, ma nei fine settimana ritorna al paese “con lo sforzo della routine” e si dà al giardinaggio;
una donna elegante e facoltosa che ogni giorno di prima mattina prega dinanzi alla statua di san Michele per poi ritirarsi nella sua villa;
sua figlia Lilia, studentessa universitaria dalla bellezza stravolgente, circondata dalla cerchia di vecchi amici;
un “leccaostie”, ossia un parroco, col “fisico da lottatore” e “l’aria guardinga di chi ha più fiducia nelle cose terrene che nell’aldilà”, ufficialmente ritenuto “uomo retto, di grande intraprendenza, votato alla causa degli ultimi”, ma che – chi lo conosce bene lo sa – nasconde vizi e inganni e si dedica senza rimorso alcuno ad affari truffaldini.

Aggiungi molti altri personaggi fra cui il “matto” Tino, lo sbandato che vive per boschi senza far male a una mosca, arrestato dai carabinieri e chissà perché, portato in un ospedale per matti e chissà perché, forse perché “una bestia deve stare tra le bestie”, l’unico, però, di cui rimarrà traccia dopo la morte giacché – paradosso dell’esistenza – “avrebbe resistito la fiaba cattiva che tutta la provincia conosceva” e che continuerà a far parlare di lui.

Metti, poi, un borgo del basso cremonese (ma che potrebbe stare ovunque) nel quale gli abitanti si muovono come su un vecchio palcoscenico, un borgo di quelli in cui – tornando a Tomasi di Lampedusa – tutto cambia per non cambiare.

Aggiungi un pizzico di vena noir che intriga, appassiona e diverte mentre la trama si dipana.

Metti insieme tutto questo ed ecco la commedia a firma di David Manzoni, I provinciali, romanzo già vincitore del premio letterario Linguaggi neokulturali promosso dal web magazine Kultural, recuperato nella sua versione originale da Divergenze editore per la cura di Massimo Rovati e con uno scritto di Silvia Longo.

Una scrittura spoglia, asciutta, veloce, ironica, arguta, canzonatoria, che riporta alla tecnica narrativa dello show don’t tell, attraverso la quale David Manzoni raggiunge un alto livello descrittivo di luoghi e situazioni e di caratterizzazione dei personaggi, delineati nei loro vizi e virtù attraverso il ricorso a dialoghi dinamici.

La lettura scorre piacevolmente, mentre l’autore si concentra sull’immobilità dei luoghi (“Il borgo è quanto più lontano dal concetto d’imprevisto, assopito in rituali immutabili da generazioni. Grandi cambiamenti non ne ha avuti neppure nelle foto vecchie di un secolo …”) e sull’immobilità dei personaggi che inseguono sempre le stesse dinamiche di paese, si lasciano irretire dalle stesse consuetudini, incuriosire da segreti e chiacchiere da pianerottolo senza, però, rivoltare la propria placida quotidianità (“I turbamenti sono affari privati che non fanno clamore, eccetto che nelle chiacchiere di pianerottolo … così, la superficie resta placida e senza la minima onda.”)

Anche il mistero che avvolge l’ambiguo comportamento di don Lamberto che, nella penombra della chiesa, contempla affascinato un qualcosa (cosa sarà mai?) contenuto in una nicchia segreta, non riesce veramente a scuotere gli animi, intriga, incuriosisce soltanto, nell’amara constatazione che “il paese ha misteri per cui l’oggi è sempre ieri.”

David Manzoni scrive delle pagine corali. Appartengono a tutti ché di tutti è il paese, tutti sono protagonisti, di tutti sono i comportamenti consuetudinari e l’atteggiamento verso la vita. Ci ritroviamo nel camminare per le viuzze di paese, nel pregare in chiesa, nell’ubriacarci in osteria, nel rilassarci al fiume, nel festeggiare il santo patrono. Ci ritroviamo nei discorsi, nel chiacchiericcio, nei pensieri, nelle curiosità morbose e invadenti, nei gesti, nelle intenzioni, nella immobile normalità che Manzoni prende di mira, affogando nell’ironia l’amara considerazione che, nonostante gli auspicati cambiamenti, nulla finisce col cambiare.

I toni canzonatori e il ritmo veloce della narrazione non inficiano la profonda riflessione, contenuta in queste pagine, sulla nostra esistenza, consumata in quel micromondo che è la provincia descritta e caratterizzata dall’autore con maestria.
Per chi non dovesse credermi, riporto alcune delle perle di saggezza che ho sottolineato quasi fossero aforismi da tenere a mente. Mai ne ho trovate così tante in sole centocinquanta pagine.

La convenienza è una variabile minima per chi crede in un sogno … Fondamentale è la prospettiva.

La vita è un continuo esercizio di speranza, una lunga lotta tra desideri e illusioni.”

Ascolta tutti, e poi fai di testa tua. Sbagliare per conto terzi è mica da furbi.”

Il guaio della coscienza di ognuno è fare i conti con la coscienza degli altri.”

Nessuno deve rendere conto delle proprie scelte davanti al tribunale dell’opinione pubblica.”

Quando un sogno ha troppi ostacoli vuol dire che sei sveglio.”

Per i guai c’è sempre tempo, è per essere felici che ce n’è meno. Ti vuoi perdere un momento felice? E quanti ce ne hai ancora?”

Da leggere, goderne e tenere a mente.

I provinciali, David Manzoni, Divergenze editore, 2024, pagg. 150

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Chi sono

Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.
Se ti va, puoi seguirmi sui miei profili social.

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Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.

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