Giuliano Brenna: L’ODORE DEI CORTILI

Sine Pagina - Giuliano Brenna. L'ODORE DEI CORTILI

di Antonella Perrotta

È un romanzo che indaga e scava con mano ferma sui sensi di colpa, su quanto possano “ingabbiare” e condizionare l’esistenza, sul difficile percorso emozionale per liberarsene e per approdare a una piena e libera accettazione di sé L’odore dei cortili di Giuliano Brenna, edito da Il ramo e la foglia edizioni.

È ambientato a Lisbona, che esplode nelle pagine con le sue luci e i suoi odori intensi, nel periodo a cavallo tra la dittatura di António de Oliveira Salazar e la Rivoluzione dei garofani con cui si pose fine al regime, l’Estado Novo, in Portogallo.

Due sono i protagonisti principali.
Il primo è Mattia, il bambino dagli “occhi grigio piombo”, cresciuto senza padre (allontanatosi per motivi politici) e la cui la madre é uccisa ingiustamente dagli agenti della temibile Pide. Mattia é l’orfano allevato da una zia, inghiottito dalle assenze genitoriali, divorato dal senso di colpa di non aver saputo proteggere sua madre. Mattia é il giovane solitario, l’omosessuale, che prova a espiare la sua colpa reprimendo ogni sentimento, preferendo all’amore rapporti occasionali con sconosciuti. Vive immerso in una sensazione di disagio “amarognolo e imbarazzante”, come amarognolo è “l’odore che alligna, aspro e verde scuro, negli angoli in ombra dei vecchi cortili” di Lisbona.

C’è poi Martim, un ex agente della Pide, perseguitato dalle colpe di un passato da cui prova a liberarsi cambiando identità e assumendo quella del misterioso capitano Green. Martim ha usato il regime e la violenza per celare la sua natura omosessuale, credendo che “stare dalla parte di chi sospetta, giudica e condanna gli avrebbe evitato di essere osservato e vagliato.

Le vite di Mattia e quella del capitano Green finiscono per incontrarsi e tra l’uomo e il giovane scatta un’attrazione che sfocia nel sesso sadomaso.

Brenna crea due personaggi complessi, speculari l’uno all’altro: da un lato, il capitano Green, rivede se stesso da giovane in Mattia, lo punisce come fosse “giudice e boia” e, nel punirlo, prova a giudicare e a punire la parte ribelle e anticonformista di sé. Ma il carnefice è esso stesso vittima: delle proprie frustrazioni, di un modello ideale di uomo, della mancata accettazione della propria natura. È l’uomo che non riesce a essere veramente libero, è l’amante che mostra al giovane Mattia chi non deve mai diventare.  Mattia, dall’altra parte, si lascia punire per espiare il senso di colpa, rivivendo ogni giorno il dolore dell’assenza come unica maniera per resistere al dolore stesso.

L’odore dei cortili é un romanzo intenso, potente, profondo. La scrittura è colta e garbata, e rimane tale pure nell’esaltazione dei sensi, pure nella descrizione delle pulsioni omoerotiche, pure nella narrazione – sempre in terza persona – dei conflitti interiori e delle conseguenze emotive di un regime dittatoriale che non é soltanto arma puntata, ma anche scudo delle debolezze di chi lo sostiene.

Un romanzo in cui finirà col trionfare l’amore nelle sue diverse sfumature, perché ognuno ama a modo suo, l’importante è amare, accettare “le diversità e le debolezze dell’altro … cercando sempre di capirle, per farle vivere in pace e serenità guardando anche al futuro.
La visione del mondo dell’autore – che non possiamo che condividere – è quella di un mondo “dove l’amore è tutto uguale, dove non è fonte di vergogna o cosa da nascondere, dove fare l’amore è sempre bello sia che duri una vita sia che finisca in pochi attimi.

A differenza di Martim, Mattia riuscirà ad accettare la propria identità, a fare pace col proprio passato, a scrollarsi di dosso l’ingombrante senso di colpa, ad aprirsi all’amore. Riuscirà a guardare la luce dei cortili di Lisbona con uno sguardo nuovo, finalmente libero. A cogliere l’odore dei fiori di gelsomino e di filadelfo della sua Lisbona che, grazie alla penna di Brenna, arriva, intenso, anche a noi lettori.

L’odore dei cortili, Giuliano Brenna, Il ramo e la foglia edizioni, 2024, pagg. 258

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Chi sono

Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.
Se ti va, puoi seguirmi sui miei profili social.

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Mi chiamo Antonella Perrotta. Nasco in Calabria la sera che precede il Lammas da madre siciliana e padre calabrese. Osservo, ascolto, leggo, scrivo, amo la Storia e le storie, il narrare e il narrarsi, ma non sopporto il chiasso e il chiacchiericcio. Sono autrice dei romanzi Giuè e Malavuci (Ferrari Ed., 2019, 2022) e di racconti pubblicati in volumi collettanei, blog e riviste. Performer dei miei testi. Fondatrice del blog Sine pagina.

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