Recensione di Marco Iaccino
Il film “Aspromonte – La terra degli ultimi” del maestro Mimmo Calopresti è un’opera cinematografica che esplora i temi della dignità umana, dell’emarginazione e del riscatto sociale.
La storia è cruda e realistica: mostra le difficoltà quotidiane di una comunità che lotta per sopravvivere e per affermare i propri diritti.
Ci troviamo negli anni ’50 ad Africo, un piccolo paese dell’Aspromonte, isolato dal resto del mondo e privo di servizi essenziali. Gli abitanti sono costretti a vivere in condizioni di estrema povertà ed emarginazione. Tuttavia, la comunità è unita e determinata a migliorare. La morte di una donna incinta per mancanza di cure mediche adeguate diventa il catalizzatore per la loro azione. Gli abitanti di Africo decidono, infatti, di costruire autonomamente una strada per collegare il paese alla “marina”, sebbene le istituzioni e il boss locale li osteggino.
La regia del maestro Calopresti è sensibile e rispettosa, riesce a catturare la bellezza e la durezza del mondo rurale. Ritroviamo una grande attenzione al dettaglio e una profonda conoscenza della cultura e della storia della Calabria. Anche i personaggi sono ben definiti e credibili.
La fotografia di Stefano Falivene e la colonna sonora di Nicola Piovani contribuiscono a creare un’atmosfera emotiva e coinvolgente.
Il film dimostra l’importanza del farsi comunità solidale: insieme, anche le difficoltà apparentemente insormontabili possono essere superate. Diventa così un omaggio alla forza e alla resilienza delle comunità meridionali che, nonostante le difficoltà e le avversità, riescono a trovare la forza di reagire e di lottare per un futuro migliore.
Marco Iaccino è laureato al DAMS e si occupa di cinematografia e fotografia.

